I conti a fine mese,
il costo dell'indipendenza,
le rate, le bollette, le spese
stringono alla gola più d'un cappio,
sì che uomo libero si trovi a strisciare
giorno dopo giorno, logorandosi
in compagnie non scelte
e fatiche quotidiane e deterioranti.
Degenera il corpo, e la mente
si restringe, che nulla si può più
senza danari in tasca.
E i desideri annegano,
e le flebili fiammelle di speranza,
vengono attentate con il tempo
dai forti sbuffi di questa prepotente società
che d'umana non ha più alcuna dimensione.
Anche l'uomo più gioviale,
ridotto in semipovertà,
non potendo esaudir ciò che vorrebbe
chiude la sua porta, e le finestre,
a marcire in casa come cadavere,
ultima, flebile fortezza
ove sentirsi protetti da ciò che è fuori,
attentato dalle angherie continue
fatte ad ogni uomo,
che libero non vogliono lasciare.
E' altro il mondo che desidero,
non posso cambiar questo dove vivo,
che anneghi nel suo caos senza fine,
sprofondi nelle viscere dell'Inferno,
che io lo maledico, afflitto
e comprendendo in me
l'afflizione di tutti gli esseri viventi.
Sarà per un'altra vita, altrove
che godrò le voglie mie,
senza ostacolo alcuno,
che nel mondo in cui sarò dopo la morte,
affaticato e afflitto dal tormento,
m'accoglieranno stelle piene
d'energia potente, e pianeti
vivi e pulsanti come cuori,
e ogni essere avrà la facoltà,
di scegliere, ogni istante,
di trovarsi ove desidera,
e compiere opere meravigliose,
senza più l'abbietta schiavitù
che accompagna gli umani
dalla loro origine ai miei giorni.
Libera vita, accoglimi.
