Magia che si spegne e muore
nello spirto sconfitto e arreso:
L'ombra ha ormai trafitto il cuore
del mago, che tanto s'era speso.
Dal generar realtá dall'illusione,
da speranza e dall'incantamento,
ogne preghiera perde di funzione,
riuscendo a sentir solo tormento,
paure, deliri e lacrime di stelle.
Chi l'infante uccise, come Erode,
profuse, infin, nell'uomo, a catinelle
disillusione, che l'animo corrode.
Oscura paura di tentare ancora,
rinchiudi or la libertá dello Etterno,
ed il divino poter, presente allora,
svanisce, e il paradiso si fa inferno.
Ov'è la maschia spinta che genera?
Chi gli rubò l'anima non sente:
Qual'è il piacere c'oggi venera?
Della sua scia di dolor non si pente.
Vita che scorre e fugge, vuota,
fiducia nel cuor piú non rimane,
c'ogne speranza è ormai remota,
e all'oscuritá del buio immane
resta 'l mago, vinto e incredulo,
chè 'l terrore di soffrir di nuovo
rende in Ei l'animo tremulo,
e di Dio piú non schiude l'uovo.
