Dolcissime ore di notte e mattino,
che rigenerate l'occhi ed il destino,
riorganizzate l'anima e la mente,
e le materialità del mondo avete spente.
Frenesia e follia sarebbero, se non ci foste,
e non distinguerei l'entroterra dalle coste,
il giusto dall'ingiusto, l'orgoglio dalla tenerezza,
poichè solo il sonno porta in me chiarezza,
lungimiranza e forza, umiltà e coraggio,
e tutta la luce dell'anima con cui mi foraggio.
L'intuito mi è compagno, l'intelligenza amica,
la creatività esplora tutto, come una formica.
Sarebbe questo corpo consumato,
flebile la mente, come non avesse amato
mai, e debole, fiacco e carente, sarei
negli attimi, le visioni ed i pensieri miei.
O sonno,
ricarichi la vita, alimenti l'abbondanza
riporti in me luce, volontà e speranza.
Doti nascoste e mai esplorate
si presentano senza averle mai chiamate
ed io le scopro, giorno dopo giorno
e a notte inoltrata, consumato, da te torno,
come da un'amica, a farmi coccolare,
da una donna, dalla morte, delle amare
consapevolezze dei miei giorni infiniti,
dei limiti che vedo nel mondo, e degli accaniti
tentativi e tentazioni cui sono soggetto,
tu mi abbracci e, dolcemente, mi rimetti a letto.
Sonno divino, in cui l'anima vola
libera e fugace, ed è una cosa sola
con l'Universo intero, lontano dalla gente,
nel buio del nulla, nell'oblìo del niente.
