Vivete in un mondo virtuale,
Scollegato da ogni realtà.
Non resta alcuna traccia naturale
Nel cosiddetto mondo che verrà.
E mentre, dai vostri schermi
Traete tutta la vostra bellezza,
Vi ispirate, ma siete fermi
E accettate ogni nefandezza.
"Grandi promesse di novità!
Un mondo migliore presto arriverà!"
Ma chi dovrebbe farlo, dico io?
Gli stessi padroni che si credon Dio?
Perché, saggiando l'uomini
O quel po' che ormai ne rimane
Pare che su quasi tutti domini
La figura oscura di Arimane.
Nemmeno la vita sapete affrontare!
La vostra parola vale immondizia!
Ma, dico io, vi volete svegliare?
Vivete e fate tutto con imperizia!
E delegate la vostra sopravvivenza
A qualcuno o qualcosa che vi guidi,
Convinti di poter vivere senza
Valori, esperienze incidenti o disguidi.
Responsabilità? Cos'è? Non si sa!
Un branco di pupi è l'umanità.
O meglio, magari! Poiché i bambini
Non sono certo così cretini!
Vivono connessi con la fonte,
Ma a voi, lo svago ha dato alla fronte!
Nessuno ha più dei veri obiettivi,
Non vi accorgete di essere vivi!
Campate soltanto perché ci siete,
Nessun valore ha più l'impegno,
Avete perso giornate liete
Senza dover usare l'ingegno.
Ed è così che l'anima è morta,
Non trovo sostanza, ma solo gusci
Vivete in una società distorta
Ma ci tenete ai fiori sugli usci!
E in tutto questo vi sono eccezioni
Esseri immensi e mirabolanti
Ma che, per quanto siano padroni
Ed abbiano pure la fede dei Santi
Non potran fare tutto da soli.
Il libero arbitrio è vostro potere,
E mentre attendete qualcun che s'immoli
E dice quanto non volete vedere,
Lascerete che bruci come Giordano,
E con esso pure la sua verità.
Quanti lo avranno preso per mano?
Tutti lo vedono e nessuno sa.
Alzatevi in piedi, codardi vigliacchi!
Paura ne avete da vendere a pacchi!
Muovete quei culi dalle poltrone
E ribaltate la situazione!
Possibile, invece, che voi corriate
Come formiche, senza una meta?
Che di domande non ve ne facciate
Perché c'è qualcuno che ve lo vieta?
Signore, ma come è potuto accadere?
Se essere uomo non ha più senso,
Niente, del male, può decadere.
Siete infantili, è quello che penso.
E se il mal voluto non è mai troppo
Stavolta Cristo non finirà in croce,
Ma se, per caso, accadesse l'intoppo
La sua giustizia saprà essere atroce.
E dunque, dinanzi a tanta inazione,
Accidiosi, egoisti, gaglioffi e lacchè,
Si sfregan le mani dinanzi al nasone
I parassiti, dacché il mondo c'è.
E questi, pardon, saran fatti vostri!
Ma ancora non ho capito il motivo
Per cui, se il sonno genera mostri
Ci debba rimettere un uomo vivo!
Complici siete, nell'ignoranza!
Leccate le suole che vi fanno schiavi!
Pregate ogni giorno la vostra mattanza
Da servi, vermi, luridi ignavi!
