Sospeso, in equilibrio precario
nel folle punto asintotico
del paradosso non ordinario,
a capo d'un regime dispotico.
Viaggio, sospeso, nel punto d'unione
artificioso ed immaginativo
tra l'infinitamente piccolo che si pone
a durezza d'un cuore non più vivo
e l'infinitamente grande sensibilità
di chi tutto compenetra e comprende,
É il massimo coraggio della viltà,
l'insicurezza di sè che non sorprende,
come il burro morbido, il cuore
che, cinico, non stupisce ormai del peggio,
il risveglio che porta il più grande amore,
et all'inferi, ad agio, mi seggio.
Pronto per l'avventura, lascio tutto
e tutto tengo a me, per ripudiarlo
freccia scoccata da bel putto
verso un nuovo giorno, ad esplorarlo.
Ma ancor non scocco, sì chè la tensione
fra la corda, le dita e 'l cul di freccia
genera entusisamo e sospensione
e 'l bello e 'l brutto in me s'intreccia.
Ergensi 'l busto fiero verso 'l cielo,
in grembo le membra molli e depresse,
sento gran combattimento sopra il pelo
della superficie delle stesse.
Son io o non più io, o l'io che non è ancora?
IO SONO, questo è ciò che conta,
e freddo e caldo brivido mi sfiora,
chè voglia di rivalsa mi sormonta
